Benvenuto al Sirio Gaeta

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Chiesa S. Giovanni a Mare

Edificata nel X secolo dal duca di Gaeta Giovanni IV, presenta come caratteristiche la cupola in stile arabo e il pavimento leggermente inclinato per permettere il defluire delle acque del mare nei periodi di alta marea essendo stata eretta nelle vicinanze del mare, all’esterno della cinta muraria, parzialmente demolita agli inizi degli anni Sessanta

La piccola chiesa di S. Giovanni a Mare (che era conosciuta anche con il nome di S. Giuseppe perchè vi si riuniva la Confraternita dei falegnami, i quali avevano un proprio altare e vi celebravano la messa) è una delle più caratteristiche della Gaeta medievale per le diverse influenze architettoniche che vi si fondono.

Edificata sul luogo di un edificio romano da cui materiale vario per le fondamenta e la costruzione. L’altare è ricavato da un sarcofago, le otto colonne che dividono le navate hanno capitelli di vario stile. Di particolare interesse è la cupola di arte bizantina.

San Giovanni a Mare ha dato il nome ad una importante Associazione musicale locale (fondata nel 1971) che organizza annualmente una stagione concertistica di altissimo livello

Santuario della Santissima Annunziata

o Stabilimento dell’Annunziata, fondato nel 1320 dalla cittadinanza gaetana, comprende un complesso ospedaliero, un orfanotrofio e la chiesa. Il 2 maggio 1321 il vescovo di Gaeta Francesco Bruno ne autorizza la realizzazione. A testimonianza della fondazione rimangono due targhe, una sull’architrave del portale laterale e una sulla facciata della chiesa. La chiesa fu consacrata l’11 maggio 1354 e, un anno dopo, fu avviata l’attività ospedaliera dello Stabilimento dell’Annunziata.

Originariamente di stile gotico, nel cinquecento la grande chiesa-corsia fu sottoposta a restauri a seguito della costruzione della cinta fortificata di Carlo V (1536). Venne arricchita di pregevoli opere d’arte, ottenne da sovrani e cittadini, generose donazioni e lasciti testamentari che le permisero di vivere nell’opulenza e nello splendore. Si menziona in particolare il polittico di Andrea Sabatini, donato dal ricco gaetano Giuliano Colojna e le tele della Cappella d’Oro, posta di fianco all’abside della chiesa.

Nel ‘600 lo stabilimento fu sottoposto a radicale ristrutturazione. Dal 1619 iniziò il restauro in stile barocco della chiesa: il progetto fu affidato all’architetto-marmoraro napoletano Andrea Lazzari, cui sarebbero successi suo figlio Jacopo e suo nipote Dionisio. Andrea realizzò la facciata della chiesa, suo figlio la cappella del S.S. Sacramento e suo nipote l’assetto interno della chiesa.

Nel 1686 l’organaro Giuseppe de Martino realizza l’organo della cantoria sinistra. L’altro, siccome lo stabilimento non aveva abbastanza soldi, fu acquistato dalla Cattedrale. Sempre nel Seicento sono eseguiti gli stalli lignei del coro, da Colangelo Vinaccia da Massa, e i due altari laterali della chiesa. Da quel momento la chiesa abbandonò definitivamente il suo secondo ruolo di corsia e divenne soltanto un tempio dedicato alla Madonna. La Farmacia dell’Annunziata arrivò a splendori eccelsi in tutto il regno.

Nel Settecento la Cappella Musicale, diretta dal maestro Francescantonio Marenna, ebbe il suo momento di massimo splendore. Nell’Ottocento fu portata a compimento la chiesa con la nuova mensa dell’altar maggiore, una nuova copertura dell’ospedale e un cavalcavia che permetteva l’accesso alla Chiesa dall’ospedale.

Nel secolo scorso, a causa delle due grandi guerre, la chiesa non ebbe vita facile. Nonostante ciò tutti i capolavori della chiesa si sono salvati, compreso l’organo che nel 1927 venne nascosto nel Coro delle Orfanelle e fu salvato dai trafugatori di piombo.

Il 25 giugno 1989 il santuario fu visitato da papa Giovanni Paolo II che pregò nella Cappella d’Oro.

Gli interventi più significativi del secolo sono stati il restauro della pavimentazione, della sagrestia e della cappella del S.mo Sacramento. Inoltre nel dicembre 2009 la ricollocazione dell’organo nella sua collocazione originaria (cantoria a sinistra dell’altare).

Il 25 marzo 2009 nella Solennità dell’Annunciazione S. Ecc.za Rev.ma Mons. Fabio Bernardo D’Onorio, Arcivescovo di Gaeta, alla presenza di S. Emin.za Rev.ma Card. Renato Raffale Martino ha elevato la chiesa dell’Annunziata a Santuario diocesano.

Il Santuario è gemellato con il Santuario internazionale di Lourdes (Francia). Il santuario rientra nei beni dell’IPAB “SS. Annunziata”: dal 23/12/2009 il presidente del consiglio di amministrazione è il Dott. Raniero De Filippis.

Il Mausoleo di Lucio Munazio Planco

Alla sommità di monte Orlando sorge il Mausoleo di Lucio Munazio Planco edificato intorno al 22 a.C. come sepoltura monumentale del brillante generale di Cesare nato a Tivoli intorno all’86 a.C., il quale – oltre alle tante imprese e le cariche ricoperte in vita – propose per Ottaviano il titolo di “Augusto”. La tomba di forma cilindrica risulta essere tra le sepolture di tale tipologia meglio conservate dell’intera romanità. Il mausoleo, alto oltre 13 metri, presenta un paramento esterno in opera quadrata; nella parte sommitale, sotto la modanatura, è presente un fregio dorico lungo l’intera circonferenza di circa 93 metri: le metope rappresentano le gesta e le onorificenze di Planco, il quale combatte’ accanto a Cesare in Gallia e nella guerra civile’ e alla sua morte sostenne prima Antonio e poi passò dalla parte di Ottaviano.

Sintetizza la vita del personaggio l’epigrafe sull’ingresso: “Lucio Munazio Planco, figlio di Lucio, nipote di Lucio, pronipote di Lucio, console, censore, due volte imperatore, membro del collegio dei Settemviri Epuloni, trionfatore sui Reti, ricostruì il tempio di Saturno a Roma con le spoglie di guerra, divise le terre in Italia presso Benevento, fondò in Gallia le colonie di Lione e Basilea”. Varcato l’ingresso, la tomba mostra un corridoio anulare che collega le quattro celle dove nel tempo sono stati esposti numerosi reperti marmorei. Nella prima cella è presente una copia di statua di generale romano, da molti identificato come Planco. Il luogo doveva accogliere, in una nicchia, l’urna con i resti del console romano. L’ambiente presenta tracce di una doppia volta per accogliere sopra una cisterna. Uscendo dalla cella, proseguendo a destra, si trova il secondo ambiente, che oggi ospita una serie di capitelli di varia fattura e datazione.

Fonte: Tesori Arte